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Riscaldamento climatico: rischi per la salute e per l'ambiente
È ANCORA allarme sui rischi per il riscaldamento climatico. Secondo l'Oms, sette milioni di persone muoiono ogni anno prematuramente di malattie non trasmissibili per colpa dell'inquinamento. A lanciare nuovamente l'allarme è l'Istituto superiore di sanità (Iss) in occasione del primo simposio internazionale Salute e cambiamento del clima con l'obiettivo di realizzare la prima Carta internazionale su clima e salute.
LE PROSSIME GENERAZIONI
Le previsioni sull'aumento della popolazione mondiale a 8 miliardi entro il 2030 ci mettono di fronte a nuove sfide per quanto riguarda la produzione di alimenti, energia e la gestione di acqua. Dovremo necessariamente trovare nuove strategie per far fronte alle richieste future e mantenere gli attuali standard di sicurezza e salute. Per riuscirci sarà fondamentale tenere conto delle difficoltà legate agli effetti del riscaldamento globale.
Abbiamo poco tempo: "Ci restano solo due generazioni. I nostri figli e nipoti corrono il rischio di non poter stare all'aria aperta. Di abitare un pianeta non vivibile a causa dei cambiamenti climatici e dell'inquinamento".
È proprio compito del simposio quello di fare il punto sul nesso tra cambiamenti climatici e salute con l'obiettivo di fornire ai politici e alle istituzioni dati relativi all'impatto del clima sulla salute. Compito arduo, perché le ripercussioni del clima sullo stato fisico sono molteplici e composite.
INQUINAMENTO
Secondo l'Oms, attualmente solo il 12% delle grandi città rispetta i livelli guida per la qualità dell'aria. Si stima che, riducendo la concentrazione del PM10, un particolare tipo di inquinante, si potrebbe ridurre del 15% la mortalità annua dei cittadini.
Alcuni inquinanti, però, non si limitano ad incidere solo sulla salute. A un alto livello di smog è associato anche un danneggiamento del clima che porta alla diffusione di malattie in latitudini dove non erano mai state viste prima. "Il caldo influisce sul ritorno delle zanzare, ciò significa aumentare la possibilità di contrarre, anche in Italia, malattie che prima si contraevano solo nei Paesi tropicali, come la Chikungunya o anche, teoricamente, la Dengue o la malaria".
AMBIENTE
Oltre a temperature mediamente più alte, il cambiamento climatico ha portato anche a un aumento della frequenza di eventi climatici estremi. In tutto il Sud Europa, Italia inclusa, ricorda l'Iss, sono sempre più frequenti ondate di calore, piogge intense e allagamenti costieri. Tutto ciò aumenta il rischio di contrarre malattie. Secondo le stime più recenti in Italia entro il 2100 i giorni di ondata di calore aumenteranno in modo esponenziale, da 75 fino a 250 giorni all'anno, aumentando notevolmente il rischio di incendi e peggiorando la qualità dell'aria.
L'altro estremo non è assolutamente più rassicurante. Già nel 2010 l'Iss aveva analizzato i numeri di casi per malattie trasmesse da agenti legati all'acqua, vedendo che l'incidenza di alcune patologie infettive (Epatite A, legionellosi, Malattie infettive) era incrementata in alcune regioni dove si erano verificati importanti eventi alluvionali.
L'ITALIA
L'Italia, a causa della sua posizione geografica e per la sua orografia è un vero e proprio laboratorio di ricerca sull'impatto del cambiamento climatico sulla salute. Secondo le stime del Cnr, dal 2010 ad oggi 45mila persone sono state evacuate a causa di eventi meteo estremi. Tutto questo ci mostra in modo chiaro e inequivocabile che per tutelare la salute umana sono necessarie azioni specifiche di prevenzione, politiche e strategie nazionali di mitigazione e di adattamento ai cambiamenti climatici in atto.
"Due generazioni, ovvero 20 anni, per salvare il pianeta dai cambiamenti climatici e dagli effetti devastanti che questi avranno sulla salute dell'uomo e dei territori- ribadisce Ricciardi- è questo il tempo che ci rimane per mettere in atto misure concrete. Fra 20 anni potrebbe già essere troppo tardi. Già oggi le morti in Europa legate ai cambiamenti climatici sono migliaia l'anno, ma saranno milioni nel prossimo futuro se non si agisce subito".