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L'inquinamento da particolato
L'inquinamento atmosferico resta il principale fattore ambientale di rischio per la salute umana, abbassa la qualità della vita, in particolare nelle aree urbane, ed è la causa stimata di centinaia di migliaia morti premature l’anno. Sono i dati del Rapporto "Qualità dell'aria 2016", pubblicato dall'Agenzia Europea per l'Ambiente (Eea).
Gli abitanti delle città dell'Unione nel 2014 sono stati esposti a inquinamento da particolato a livelli ritenuti dannosi per la salute dall'Organizzazione Mondiale della Sanità.
L'inquinamento da particolato, così come il biossido di azoto, portano ad aspettative di vita più brevi. Il report, riferisce l'Eea, definisce l'inquinamento da particolato come una miscela di minuscole particelle e goccioline liquide composte da diversi elementi tra cui acidi, metalli, particelle di suolo o polvere.
Le polveri fini (o “sottili”) sono delle particelle inquinanti presenti nell’aria che respiriamo tutti i giorni, di natura organica o inorganica, a stato solido o liquido. Tali particelle sono capaci di adsorbire sulla loro superficie diverse sostanze con proprietà tossiche quali solfati, nitrati, metalli e composti volatili. Le polveri fini vengono classificate in base alla loro dimensione, che può determinare un diverso livello di nocività. Infatti, più queste particelle sono piccole più hanno la capacità di penetrare nell’apparato respiratorio:
- Le PM10 hanno un diametro inferiore a 10 µm (micron) e possono essere inalate e penetrare nel tratto superiore dell’apparato respiratorio, dal naso alla laringe.
- Le PM2,5 hanno un diametro inferiore a 2,5 µm e possono essere respirate e spingersi nella parte più profonda dell’apparato, fino a raggiungere i bronchi.
- Polveri ultrafini “UFP“: hanno diametro inferiore ad 0,1 µm e potrebbero essere addirittura in grado di filtrare fino agli alveoli ed ancora più in profondità nell’organismo e, si sospetta, entrare nel circolo sanguigno e poi nelle cellule.
Siamo determinati a proteggere il pianeta dal degradazione, attraverso un consumo ed unaproduzione consapevoli, gestendo le sue risorse naturali in maniera sostenibile e adottando misure urgenti riguardo ilcambiamento climatico, in modo che esso possa soddisfare i bisogni delle generazioni presenti e di quelle future.
Importante saperlo
Quello che immettiamo nell’aria della nostra città... e nei nostri polmoni Benzene (C6H6). È un derivato del petrolio, impiegato come antidetonante nelle benzine ma a causa della sua pericolosità per la salute l’Unione Europea ne sta scoraggiando l’uso, limitandone la concentrazione ammessa per legge. Tossico e cancerogeno, l’inalazione per tempi prolungati di una concentrazione elevata può portare al decesso. Diossido di zolfo (SO2)Deriva dalla combustione di carbone e derivati del petrolio. È fortemente irritante per gli occhi e le vie respiratorie; per inalazione può causare edema polmonare e una prolungata esposizione può portare alla morte. In presenza di acqua forma acidi, che corrodono metalli e marmi. È il principale responsabile delle “piogge acide” che hanno danneggiato grave-mente i boschi di mezzo mondo. Dal 1980 la sua presenza è diminuita progressivamente grazie a nuove norme ambientali e all’utilizzo del metano negli impianti di riscaldamento, al posto del gasolio.
Monossido di carbonio (CO) Inodore, incolore, insapore è un prodotto della combustione dei combustibili fossili e del legno. È tossico perché si lega all’emoglobina, al posto dell’ossigeno. L’intossicazione porta a uno stato di incoscienza, perché il cervello riceve via via meno ossigeno, e quindi alla morte per asfissia.
Particolato è l’insieme delle sostanze sospese nell’aria, alcune di origine naturali (terra, sale, pollini, spore) altre di origine antropica. Chiamate anche “polveri sottili”, a causa delle loro dimensioni che vanno da pochi nanometri fino a 500 micron (cioè da miliardesimi di metro fino a mezzo millimetro). Le più monitorate sono indicate come PM10 (diametro max 10 micron)e PM2.5(diametro max 2.5 micron) che sono le più dannose soprattutto quando la loro concentrazione per m3di aria supera certi limiti.
L’attività dell’uomo, in particolare nelle aree urbane, aumenta la concentrazione del particolato, soprattutto della frazione più sottile che è anche la più pericolosa perché è quella che va a depositarsi nei nostri polmoni: emissioni della combustione (soprattutto del gasolio), residui dell’usura del manto stradale, delle gomme e dei freni, fumo di tabacco.
Diossido di azoto (NO2) È emesso in tutti i processi di combustione. È un forte irritante delle vie polmonari, già a moderate concentrazioni provoca tosse acuta, dolori al torace, insufficienza circolatoria. Può inoltre provocare danni irreversibili ai polmoni anche dopo alcuni mesi dall’inalazione.
Ozono (O3) È prodotto per effetto delle radiazioni solari in presenza di altri inquinanti. Le concentra-zioni di ozono mostrano una variabilità legata alla situazione meteo-climatica: aumentano con la temperatura e l’intensità luminosa che influiscono sui fenomeni fotochimici alla base dei processi di formazione di questo gas. Le più alte concentrazioni si rilevano nei mesi più caldi e nelle ore di massimo irraggiamento solare.
Anidride carbonica (CO2) Non è un vero e proprio “inquinante” in quanto la sua concentrazione in città non raggiunge mai livelli di tossicità (può essere invece mortale alle concentrazioni molto elevate con cui viene emessa da alcune attività vulcaniche). Tuttavia, la crescita della sua concentrazione a livello globale ha provocato l’aumento dell’effetto serra a causa del quale la temperatura media della Terra è salita. Dobbiamo quindi preoccuparci molto seriamente delle emissioni di CO2e degli altri gas ad effetto serra, come il metano, perché con esse stiamo cambiando il clima della Terra.